Grave attacco alla libertà di informazione e di difesa

Apprendiamo da notizie di stampa che, nell'ambito di indagini sul reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina dalla Libia, a carico di alcuni esponenti delle ONG

Jugend Rettet, Save the Children, Medici senza frontiere, sarebbero stati a lungo intercettati anche vari giornalisti che si occupavano in particolare di inchieste giornalistiche sulle gravissime violazini dei diritti umani commesse nei campi di detenzione libici. Comunicazioni anche tra soggetti non sottoposti ad indagini e che non riguardano i fatti oggetti di indagine, ma spesso le gravissime condizioni dei migranti nei campi libici, e le respoonsabilità di chi quei campo li gestiva e gestisce, come il trafficante al Bija (le cui responsabilità sono emerse proprio grazie ad una inchiesta giornalistica, mentre le autorità italiane lo ricevevano come rappresentante della Libia nei programmi di lotta contro la tratta di migranti). Comunicazioni che contengono anche dati estremamente delicati, come nomi e riferimenti delle fonti dei giornalisti, e che se conosciuti in un quadro come quello libico espongono a gravissimi rischi decine di persone. Comunicazioni che non avrebbero dovuto essere autorizzate e che avrebbero comunque dovuto essere distrutte, come imporrebbe il nostro codice di rito. Comunicazioni che, al contrario, sembra siano ancora presenti negli atti che, dopo la chiusura delle indagini, possono essere conosciuti da molti. Tra queste, anche comunicazioni tra una giornalista non indagata e la sua avvocata, Alessandra Ballerini, membro del Legal Team Italia. Comunicazioni che, come e ancor più delle altre, non avrebbero dovuto e potuto essere effettuate, e che comunque avrebbero dovuto essere immediatamente interrotte e distrutte, una volta compreso il loro contenuto ed il rapporto difensivo intercorrente tra i due soggetti. Eppure ciò non è acccaduto, e dati estremamente sensibili e pericolosi, come un imminente viaggio dell'avv. Ballerini in Egitto, nell'ambito della vicenda dell'omicidio di Giulio Regeni, sono divenuti di fatto pubblici. Le pulsioni repressive contro chi tenta di salvare le vite in mare e di opporsi ad una real politik che accetta ed anzi favorisce i campi di concentramento libici e le morti in mare, come parte della “gestione del fenomeno migratorio”, giungono pertanto anche a mettere in pericolo il diritto di informazione ed il diritto di difesa, principi cardine di una sistema che aspira a definirsi democratico. Protestiamo pertanto fermamente contro l'abuso e l'uso distorto delle intercettazioni, ed esprimiamo la nostra incondizionata solidarietà a chi quotidianamente rischia la sua vita nel tentare di salvare quella di altri, ai giornalisti che tentano di disvelare i mali libici, alla Collega Allesandra Ballerini. Torino- Roma, 2 aprile 2021 LEGAL TEAM ITALIA